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San Francesco da Paola
Francesco nacque a Paola (CS) venerdì 27 marzo 1416, da Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo. I genitori attribuirono la nascita del loro primogenito all’intercessione di San Francesco d’Assisi; per questo gli diedero il nome di Francesco e per sciogliere il voto fu accompagnato nel convento dei Francescani di San Marco Argentano (CS). Qui rivestì l’abito votivo dei Francescani e manifestò le sue doti di taumaturgo, ma principalmente la sua propensione alla preghiera. Al termine della sua permanenza, il giovane Francesco con i suoi genitori, intrapresero un pellegrinaggio ad Assisi, Roma e Loreto. Del suo viaggio a Roma ne uscì profondamente turbato: redarguì il lusso di un cardinale dicendogli “Nostro Signore non andava così”. L’episodio mostra come nell’animo del giovane andasse ormai maturando l’idea di una riforma della vita ecclesiale basata sulla povertà.
Ritornò a Paola ed espresse ai suoi genitori di condurre una vita eremitica. Ben presto iniziarono ad affluire al suo eremo molte persone che volevano condividere l’austero genere di vita. Nel 1474 il movimento religioso fondato da Francesco, ottiene il riconoscimento e l’approvazione pontificia assumendo il nome di “Congregazione eremitica paolana di San Francesco d’Assisi”.
Francesco divenne per Paola un punto di riferimento religioso e sociale entrando nel cuore della gente che si recava da lui per sottoporgli problemi di diversa natura. Fu il suo un potere taumaturgico a favore di tutti, ma in particolare dei poveri e degli oppressi. Francesco ha vissuto nel periodo più cruento degli Aragonesi e fu l’unico in grado di opporsi ai soprusi di quel lembo del Regno di Napoli.
Si diffusero nella provincia di Cosenza i primi romitori; a quello di Paola seguirono quelli di Paterno Calabro, Spezzano Grande (ora chiamato Spezzano della Sila) e Corigliano Calabro. Uno anche in Sicilia nel 1480 a Milazzo.
La fama di taumaturgo ben presto si diffuse in tutto il regno di Napoli ed anche in Francia portata da mercanti napoletani. Nel 1483, gli fu ordinato da papa Sisto IV di lasciare l’eremo di Paterno Calabro per recarsi in Francia al capezzale di Luigi XI. Fu un’obbedienza difficile: Francesco era turbato ad andare a vivere in una reggia con un appannaggio sovrano, dopo che lui aveva vissuto per più di trent’anni in un romitorio. La partenza per la Francia fu accolta trionfalmente a Napoli, sia dal popolo, sia dalla corte. Il re Ferdinando I avrebbe preteso da Francesco un allontanamento dell’invasione del regno da parte dei francesi. Al suo arrivo in Francia, Luigi XI s’inginocchiò di fronte a lui, chiedendogli la benedizione, Il sovrano non ottenne la guarigione, ma l’azione a corte di Francesco portò ad un lungo periodo di buoni rapporti tra il papato e la monarchia francese, di cui beneficiarono anche i Regni di Spagna, Boemia e Napoli. Il re di Napoli, per grazia ricevuta, fece costruire la Basilica in suo nome e una piazza. Oggi rimane una delle più belle chiese di Napoli e Piazza Plebiscito la più bella e la più grande.
In Francia visse per 24 anni. Continuò la sua vita austera, penitente ed eremitica. Si aggregarono benedettini, francescani ed eremiti giunti da ogni parte d’Europa. Il loro arrivo, determinò un cambiamento della congregazione calabrese, fu abbandonato l’eretismo e fu introdotta la vita cenobitica. Tale svolta porterà alla nascita dell’Ordine dei Minimi.
Francesco si spense a Tours, venerdì 2 aprile 1507 alle ore 10, all’età di 91 anni e 6 giorni. La fama di Francesco attraverso i tre rami della famiglia Minima, si diffuse in Europa, favorendo la sua beatificazione il 7 luglio 1513 e la sua canonizzazione il 1° maggio 1519, avvenuta a soli dodici anni della sua morte.
Francesco entrava nel cuore della gente e la sua protezione si estese su numerosi Regni. Papa Pio XII il 27 marzo 1943 dichiarò Francesco “Patrono della Gente di mare italiana”. Papa Giovanni XXIII aderendo alle numerose richieste del popolo calabrese, il 2 giugno 1962, dichiarò Francesco “Patrono della Calabria” essendone l’espressione più genuina, l’interprete più qualificato e il Santo più universalmente venerato e invocato.E’ uno dei Santi più conosciuti della cristianità e il suo nome è dato a molti, perpetuando tradizioni familiari. La festa liturgica ricorre il 2 aprile. Nella città di Paola la festa patronale ricorre il 4 maggio d’ogni anno.
I Miracoli
Martinello è un agnellino tanto caro che segue sempre i passi di Francesco. Ma è una continua tentazione per gli operai addetti alla costruzione del convento, che decidono di eliminarlo. Per allontanare ogni sospetto, gettano pelle ed ossa in una fornace accesa per la cottura della calce.
Martinello, vieni fuori! E’ la voce del suo padrone che lo chiama dalla fornace. E Martinello obbediente torna redivivo a belare.
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Gli operai del convento mormorano perché manca l’acqua potabile e non trovano agevole dover scendere dalle impalcature al torrente per dissetarsi. Il Santo li porta il buon umore; con il suo bastone dalla roccia da vita ad una sorgente che tutt’ora molti pellegrini si dissetano: l’acqua della cucchiarella.
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Un devoto di Rende offre a Francesco alcuni pesci d’acqua dolce infilzati per la gola. Al vederli il Santo dice: “Guardate come teniamo prigionieri questi poveretti!” Li sfila uno ad uno e li depone in una conca d’acqua. I pesci tornano a guizzare vivi e festosi. I presenti gioiosi gridano al miracolo.
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Francesco aveva un paziente compagno di viaggio: “Martinello” un somarello a lui tanto caro. Un giorno i suoi zoccoli andavano ferrati. Cammin facendo trovarono un maniscalco che si prestò volentieri ad eseguire il lavoro; ma quando pretese la ricompensa, fra’ Francesco rispose che era povero e senza denaro; “ricompenserà il buon Dio e la sua carità”. Il maniscalco non sentì ragione e pretese di essere pagato. Allora Francesco ordinò a Martinello di scuotere le zampe e di restituire i ferri.
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Per richiesta di numerosi fedeli e della cittadinanza di Milazzo in provincia di Messina, giunsero a Paterno Calabro due Magistrati, per convincerlo a costruirvi un convento. Porta con se altri due seguaci, non porta con se ne cibo e né denaro. Alle porte di Reggio Calabria chiese per carità al proprietario di una barca che lo traghettasse a Messina. Il proprietario della barca pretese il compenso ma Francesco rispose “portami per carità” Ma il traghettatore irremovibile salpò. Allora Francesco sollevò gli occhi al Cielo, fece il segno della croce sul mare, vi stese il suo mantello, vi salì sopra e le onde del mare e il vento lo portarono all’altra sponda. Il miracolo avvenne in pieno giorno e alla vista di numerosi testimoni: era il 4 aprile del 1464. Da quel giorno un barcaiolo fu visto aggirarsi ogni sera sulle rive del miracolo, per piangere per la sua colpa e con la speranza di rivivere l’incontro con il Santo per chiedergli perdono.
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Giacomo di Tarsia, barone di Belmonte, aveva aiutato il Santo con offerte in denaro per la costruzione della prima cappella nel convento di Paola. Ora è afflitto e immobilizzato da una cancrena ad una coscia. Francesco traccia sulla coscia un segno di croce e vi applica tre foglie d’erba raccolta nell’orto, fascia la gamba e rimanda l’infermo assicurandone la guarigione. Il barone risale in sella e dopo qualche miglio nota un benessere rilevante. Scende da cavallo e prosegue il cammino a piedi.
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Alcuni operai addetti al trasporto di pietre per la costruzione del convento di Paola, vedono con spavento staccarsi dalla montagna enormi massi precipitare a valle. Interviene prontamente il Santo gridando “fermatevi per carità”. Oggi sono indicati come le pietre del miracolo.
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Un contadino di Belmonte, (CS) Giacomo Ronco, ha suo figlio gravemente infermo.Si reca a Paola dal Santo per impetrarne la guarigione e gli porta in dono un cesto di ciliegie, parte raccolte nel suo orto e parte rubate all’orto del suo vicino. Francesco separa le une dalle altre dicendo: Fratello, io accetto questa frutta perché è vostra, ma non posso accettare quella che appartiene agli altri.La malattia di vostro figlio non è mortale e tra pochi giorni sarà completamente guarito. Voi però, d’ora innanzi badate a rispettare la roba altrui, se volete godere le benedizioni del Signore.
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San Francesco visse nel periodo che la Calabria apparteneva al regno di Napoli; sul trono sedeva Ferrante I d’Aragona. Il santo in quel periodo difendeva gli interessi della povera gente di Calabria, la dominazione spagnola con le esosità fiscali e soprusi di ogni genere si faceva sentire sulle schiene della gente umile. L’eremita chiedeva equità e non mancavano lettere con le quali veniva stigmatizzato il suo malgoverno. Contro l’uomo di Dio si moltiplicò il rancore personale del re; San Francesco venne calunniato come ribelle, furbo, sobillatore del popolo a discapito del re e del suo regno. Quindi, inviò un alto ufficiale in Calabria per farlo arrestare e demolire tutti i conventi eretti. L’alto ufficiale giunse nel convento di Paola, ma di Francesco nessuna traccia. Si spostò con maggiore furia nel convento di Paterno Calabro, ma del frate neanche l’ombra. Egli è in profonda adorazione ai piedi dell’altare, invisibile agli occhi del guercio capitano e dei suoi soldati. Frugano dappertutto, rovistano in ogni angolo, ma un certo Antonio, operaio del convento temendo per la vita di San Francesco, disse al capitano:- Come mai non avete visto Francesco, se più volte gli siete passato accanto? E lo condusse in chiesa presso l’Eremita che nel frattempo aveva ripreso sembianze visibili.Il capitano, scosso nell’intimo del cuore, cadde ai piedi di Francesco per chiedergli perdono.Alzatevi disse Francesco, Voi siete un esecutore di ordini. Ritornate dal vostro Re e ditegli di riformare il suo governo, di cambiare condotta al più presto, altrimenti egli e la sua casa non sfuggiranno ai castighi della giustizia divina. La spedizione punitiva fu un vero fallimento, il capitano giunse a Napoli e raccontò la dinamica dei fatti al suo re. Il re revocò gli arresti e fu data la possibilità di fondare e costruire altre chiese e conventi in tutto il regno. Da questo episodio, Ferrante d’Aragona volle dimostrare la sua magnanimità verso l’Eremita calabrese prendendo con regio diploma sotto la sua protezione la chiesa e il convento di Paola, “in considerazione della vita di frate Francesco uomo venerabile e religioso”.
Francis was born in Paola (CS) Friday March 27th 1416, son of Giacomo Martolilla and Vienna of Fuscaldo. His parents attributed the birth of their firstborn to the intercession of St. Francis of Assisi: because of this they dedicated the name Francis and to carry out his fate was then sent to the Franciscan convent of San Marco Argentano (CS). Here he wore the holy garments of the Franciscans and manifested his gift for performing miracles, but mainly his passion for prayer. At the end of his stay, the young Francis, with his parents, planed a pilgrimage to Assisi, Rome and Loreto. His journey to Rome left him deeply distraught: he scolds the luxury of a cardinal saying to him “Our lord didn’t go this way”. The experience shows the growth of the idea with led him to lead a reformed life of holiness based on poverty.
He went back to Paola and told his parents to lead a hermitic life. Soon after, by their example, they began to influence many other people that wanted also to lead this type of recluse life. In 1474, the religious movement founded by Francis, was recognized and given papal approval thus assuming the name of “The Hermitic congregation of Paola of St. Francis of Assisi”.
Francis became for Paola a social and religious source of knowledge entering into the hearts of the people who went to him for help with their different problems. His miracle performing powers made him favored by all, but in particular by the poor and the oppressed. Francis lived through the bloodiest period of combat with the Aragonese and was the only one able to oppose the abuse of power from that border of the Kingdom of Naples.
The first monasteries spread in the province of Cosenza; with that of Paola also followed those of Paterno Calabro, Spezzano Grande (now known as Spezzano della Sila) and Corigliano Calabro. Also, one in Sicily built in 1480 in Milazzo.
The fame of the miracle worker soon spread in all the kingdom of Naples and even in France brought there by Neapolitan merchants. In 1483, he was ordered by Pope Sisto IV to leave the monastery of Paterno Calabro and to be brought to France at the bedside of Louis XI. It was a difficult order: Francis was upset that he was to live in a palace under a sovereign agreement with compensation that bound him solely there after he had lived for more than thirty years in a monastery. The departure to France was accepted fully in Naples, both by the people and by the court. King Ferdinand I had perceived Francis as distancing himself from the invasion of the kingdom by the French. Upon his arrival in France, Louis XI knelt before him, asking to be blessed, the king was not healed, but Francis’ actions gave way to a long period of good relations between the French papacy and monarchy, from which also the kingdoms of Spain, Bohemia and Naples all benefited. The king of Naples, for the grace he received, ordered the Basilica as well as a square to be built in his name. Today it remains one of the most beautiful churches in Naples and the Plebiscite Square the biggest and loveliest.
He lived in France for 24 years. He continued to lead a life of austerity, penitence and solitude. Benedictines, Franciscans and recluse gathered from all over Europe. Their arrival indicated a change in the Calabrian congregation that abandoned eremitism and introduced them to a coenobitic lifestyle. The same doing brought about the birth of the Order of the Minimi.
Francis died at Tours, Friday April 2nd, 1507 at 10 o’clock, at the age of 91 and six days. The fame of Francis through the three branches of the Minima family, spread through Europe, favoring his beatification July 7th, 1513 followed by his canonization May 1st 1519, just twelve years after his death.
Francis entered into the hearts of the people and his protection reached the numerous kingdoms. On March 27th 1943, Pope Pio XII declared Francis “Patron saint of the Italian people of the coast”. Pope John XXIII as a response to the numerous requests of the people of Calabria, June 2nd 1962 declared Francis as the “Patron saint of Calabria” being the most genuine title from the most qualified interpreter given to the most universally revered and invoked saint of all time. He is one of the most well known saints of Christianity and his name is given to many, creating family traditions. The liturgical celebration takes place April 2nd. In the city of Paola the patron celebration takes place May 4th every year.
Miracles
Martinello is a sweet little lamb who always follows the steps of Francis. But is a continuous temptation for the construction workers of the convent, who decide to get rid of him. To avoid any suspicions, they throw skin and bones into a hot furnace being used to cook lime.
Martinello, come out! Came the voice of his master who called him from the furnace. And Martinello obeyed him and was restored to life baaing.
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The workers of the convent murmured to themselves because there wasn’t any potable water and they couldn’t get down from the scaffolding to the stream easily to quench their thirst. The Saint brought them relief and happiness; with his cane from the rock gave life to the spring that even now many followers drink from – the water from the ladle.
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A follower from Rende offered Francis some freshwater fish hooked by the throat. Upon seeing them the saint says: “look how we keep these poor things prisoner!” he unhooked them one by one and put them into a pool of water. The fish once again splashed lively about. The joyous witnesses hailed the miracle.
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Francis had a patient journey companion: “Martinello” a little donkey so dear to him. One day his hooves became quite worn and needed to be shoed. Walking along they found a blacksmith who was willing to take on the work; but as for the pay, Francis told him he was poor and didn’t have any money; “the good lord will repay you and your charity”. The blacksmith didn’t want to reason and insisted on being paid. So Francis ordered Martinello to shake his hoofs and to give back the shoes.
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Upon the request of numerous followers and of the citizenship of Milazzo in the province of Messina, two Magistrates arrived at Paterno Calabro, in order to convince him to build them a convent. They brought with them two followers, they didn’t bring with them neither food nor money. At the border of Reggio Calabria they kindly asked the owner for a boat that would bring them to Messina. The owner of the boat insisted on being paid but Francis responded “please bring me” But the boatman stood firm on his request and set sail. So Francis looked up at the sky, made the sign of the cross over the sea, his cape spread wide, he climbed on it and the waves of the sea and the wind took him to the other shore. The miracle happened in broad daylight and with numerous witnesses watching: it was April 4th 1464. From that day a boatman was seen at the sight of the miracle each night, to cry for his guilt and with the hope to one day relive the meeting with saint to ask for forgiveness.
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Giacomo of Tarsia, baron of Belmonte, had helped the saint with money offerings for the construction of the first chapel of the convent of Paola. He then became ill and immobile due to a gangrenous thigh. Francis traced a sign of the cross on his thigh and applied three herb leaves picked from the garden, dressed the leg and sent back the ill person assuring him that he would be healed. The baron mounted the saddle of his horse again and after only a few miles felt quite healthy. He got off his horse and continued the rest of the way on foot.
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Some workers involved in the transport of rocks for the construction of the convent in Paola, watch frightened as enormous stone masses hurled themselves downhill from the mountain. The saint readily intervened and shouted “please stop”. Today they are known as the miracle rocks.
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A farmer from Belmonte, (CS) Giacomo Ronco, had a son who was extremely ill. He went to Paola to the saint to ask for him to be healed and he brought him as an offering a basket of cherries, a part of them picked from his garden and a part stolen from his neighbor’s garden. Francis separated one part from the other saying: brother, I accept this fruit because it is yours, but I cannot accept that which belongs to others. Your son’s illness isn’t deadly and within a few days he will be completely healed. You however, from now on must swear to respect the things of others, if you want to enjoy the blessings of the Lord.
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Saint Francis lived in a time when Calabria belonged to the Kingdom of Naples; with Ferrante I of Aragona on the throne. At that time the saint defended the interests of the poor people of Calabria, the Spanish conquest with excessive taxes and luxuries of all kinds weighed heavily on the humble people. The recluse asked for equality and sent many letters that were censured by their bad government. Against men of God the personal rank of the king became stronger; St Francis was accused of slander and as a rebel, sly, instigator of the people was at a disadvantage with the king and his kingdom. Therefore, he sent a high officer to Calabria to have him arrested and to demolish all the hermitic convents. The high officer arrived at the convent in Paterno Calabro, but there was no sign of the friar, he was at the foot of the alter in deep adoration, invisible to the eyes of the squinting captain and his soldiers. They searched everywhere, looking in every corner, but a certain Anthony, a worker of the convent fearing for the life of Saint Francis, said to the captain:-how is it that you haven’t seen Francis, even though you’ve walked past him many times? And he led them into the church to the friar who in the meantime had become visible once more. The captain, deeply shaken fell to Francis’ feet asking him for forgiveness. Stand up said Francis; you are a follower of orders. Return to your king and tell him to reform his government, to change his conduct as soon as possible, otherwise he and his house will not escape the damnation of divine justice. The sent punishment was indeed a failure. The captain reached Naples and told the story to his king. The king revoked the arrests and was given the possibility to found and build other churches and convents in the entire kingdom. From this episode, Ferrante of Aragona wanted to show his noble mindedness towards the hermitic of Calabria taking by royal decree under his protection the church and convents of Paola, “with regards to the life of Friar Francis, a vulnerable and religious man”.