Oggi, 7 luglio 2013 si celebrano cinque secoli della beatificazione di Frate Francesco. Di seguito la bolla papale che eleva agli altari il Santo da noi più amato.
“ILLIUS QUI SEMPER”
del Papa Leone X (7 luglio 1513)
Leone, Vescovo, Servo dei servi di Dio, a perpetua memoria.
Come sia che Noi, senza alcun merito, esercitiamo qui in terra le veci di Colui che è sempre ammirabile nei suoi Santi, con gran soddisfazione abbiamo ascoltato le devote petizioni dei fedeli, e in particolare quelle dei religiosi, tutte indirizzate a promuovere la gloria di Dio, la venerazione dei Santi e la salvezza delle anime, i cui voti abbiamo cercato di soddisfare con opportuni favori. E, in effetti, abbiamo visto con piacere la richiesta del nostro amato figlio Germano Lionet, Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi, il quale ci ha esposto come desiderasse molto il caro Re di Francia vedere Francesco di Paola, che faceva vita solitaria in un certo eremo di Paola; mosso dall’odore della buona fama e dalla santità di vita di detto Francesco, ottenne da Sisto IV, nostro predecessore di felice memoria, che per mezzo della sua autorità convincesse il suddetto Francesco a trasferirsi dal Regno di Napoli al Regno di Francia, e si presentasse allo stesso re, al quale certamente fu così gradita la sua compagnia, come lo fu anche al suo popolo, che in diverse città e paesi di Napoli, della Sicilia, della Francia, della Spagna e della Germania, i fedeli cristiani edificarono non pochi conventi, per quelli che desiderassero seguire la norma di vita scelta dal predetto Francesco. E allora, lo stesso Francesco istituì il suddetto Ordine, che è più rigido e stretto di tutti gli altri, dando ad esso il titolo di Minimi, e un modo di vita tutto proprio, del quale ottenne approvazione e confermazione da Sisto IV, Innocenzo VIII, Alessandro VI e da Giulio II, Pontefici Romani, nostri predecessori di pia memoria, e come mentre viveva nella carne mortale, così anche dopo la morte, rifulse grazie e molti miracoli nonché quando diede la vita al Creatore, così anche dopo la morte, rifulse grazie e molti miracoli, in tal modo che, per questo, una gran folla di fedeli cristiani giunge al convento di Gesù – Maria della città di Tours, dello stesso ordine, e per mezzo della intercessione di Francesco, dirigono preghiere a Dio fiduciosi di essere ascoltati, considerandolo e venerandolo come Santo. m E come sia che ancora non sia ascritto nel catalogo dei Santi, il predetto P. Germano e altri religiosi dello stesso Ordine dei Minimi, desiderano sia loro concesso ogni anno, il giorno di 2 aprile, nel caso dovesse cadere nella Settimana Santa o di Pasqua, che sia spostato al lunedì dopo 1’ottava di Pasqua nelle case di detto Ordine, di celebrare e far celebrare la festa e l’ufficio dello stesso Francesco, proprio di un confessore, con la preghiera anche di un confessore, sotto il nome di Beato Francesco di Paola. Allora, il menzionato P. Germano, Correttore, ci ha umilmente supplicato che ci degnassimo con benignità apostolica di provvedere opportunamente su tali cose per la lode e la gloria del re eterno, e per l’onore e la riverenza dello stesso glorioso Confessore, come anche per la lucentezza della Santa Chiesa e lo splendore della Religione cattolica. Pertanto Noi, che per quanto è possibile, incitiamo con piacere i fedeli alla venerazione dei Santi di Dio e alla sua costante devozione, perché si sforzino di piacere Colui dal quale proviene ogni dono eccellente e ogni perfetta donazione, mossi dalle suddette suppliche, con autorità apostolica e a tenore delle presenti, concediamo a tutti Frati licenza e facoltà perché ogni anno, il 2 aprile – e nel caso in cui esso cada durante la settimana Maggiore o dell’ottava di Pasqua, (lo cambino) alla seconda feria dopo detta Ottava – possano perpetuamente celebrare nelle loro case l’ufficio in memoria dello stesso Francesco, di un Confessore, sotto il nome di Beato Francesco di Paola, e nelle sue Messe, Mattutine e Vespri, recitare la memoria dello stesso Francesco sotto il titolo di Beato Francesco di Paola; e far pitturare la sua immagine, così come poter lecitamente tenerla nelle chiese dei loro conventi, così come i Frati dell’Ordine dei Minori hanno pitturate nelle loro chiese l’immagine di Fra Bernardino di Montefeltro, morto in questi ultimi anni, senza che per questo si richieda in alcun modo la licenza degli Ordinari dei luoghi, o di chiunque altro E questo, nonostante vi fosse qualunque costituzione e ordinazione apostolica o altre contrarie (a ciò). Vogliamo, tuttavia, a causa di quanto riportato, che detto Beato Francesco non sia inscritto nel menzionato catalogo. E siccome sarebbe difficile portare le presenti lettere in ciascuno dei luoghi dove fosse necessario, vogliamo, e con la predetta autorità decidiamo che, alle copie di queste lettere, firmate dalla mano di qualche pubblico notaio e vidimate dal timbro della Camera Apostolica, o di qualche persona costituita in dignità ecclesiastica, tanto nel giudizio quanto fuori di esso, si dia interamente la stessa fede che si darebbe alle stesse lettere originali se fossero presentate o esibite. A nessuno, pertanto, sia giammai lecito trasgredire o contraddire con temeraria sfrontatezza queste nostre Bolle. Ma se qualcuno osasse tentare (di far) questo, sappia che incorrerà nell’ira di Dio onnipotente, e dei beati Apostoli San Pietro e Paolo.
Dato in Roma presso San Pietro il 7 luglio dell’anno dell’Incarnazione del Signore 1513, nel primo anno del nostro pontificato